Boom di reclami per finte intossicazioni: il rimborso è automatico

C’è una strana epidemia che colpisce i turisti inglesi in Spagna. A leggere le cifre non sembra si trovino male da queste parti, quasi 17 milioni nel 2016, eppure si ammalano uno dietro l’altro, tutti con la stessa sindrome: intossicazione alimentare. Gli stomaci deboli dei britannici si spiegano senza ricorrere alla medicina:due anni fa nel Regno Unito è entrata in vigore una nuova legge a tutela dei consumatori che consente di chiedere un rimborso ai tour operator per presunte disavventure, senza spese legali e senza nemmeno dover produrre prove concrete.  

 

Dalla legge alla truffa il passo è stato breve, in un anno i reclami sono aumentati del 600 per cento («mentre i malati di altre nazionalità sono diminuiti», raccontano da Tenerife una delle isole più colpite dal fenomeno), di fatto migliaia di persone si fanno vacanze gratis. Basta uno scontrino della farmacia, o una diagnosi via telefono fatta dal medico in Inghilterra. Per evitare rogne i tour operator accettano tutti i reclami e si rifanno sugli alberghi. Il conto quindi lo pagano gli albergatori, che registrano perdite di decine di milioni, 50 nella sola Maiorca, almeno altrettanti alla Canarie e in Andalusia. Le associazioni degli hotel chiedono al governo di intervenire e l’ambasciata spagnola a Londra prepara la protesta ufficiale «è un problema di Stato», dice Inma Benito, presidente degli albergatori di Maiorca.  

 

Dietro alla crescita esponenziale dei malati immaginari ci sono vere e proprie organizzazioni. Nel Regno Unito sono sorti studi legali che offrono consulenze gratuite ai turisti che hanno acquistato pacchetti, prendendosi una percentuale del rimborso. Su Facebook sono spuntati gruppi che agevolano i reclami. Fuori da hotel e pensioni frequentate dagli inglesi, poi, si sono piazzate dei furgoni con dei fac-simili dei moduli per le domande, c’è chi ha visto anche volantini provocatori: «Fai la denuncia e ti rimborsiamo la vacanza».  

 

«Le confesso che non sappiamo più come fare – spiega Jorge Marichal, presidente dell’associazione degli hotel di Tenerife – non ci possiamo rifiutare di pagare, perché i tour operator trattengono le quote. Ci sono casi assurdi, consideri che presentando uno scontrino di un farmaco un turista ha ottenuto tremila euro. Un hotel a 4 stelle della zona ha dovuto sborsare 300 mila euro». Così una legge a favore dei consumatori ha finito per penalizzarli, almeno quelli onesti «perché l’unica cosa che possiamo fare è alzare i prezzi per tutelarci». Altra conseguenza: «Nessuna compagnia ci vuole più assicurare», continua Marichal – stiamo facendo firmare dichiarazioni agli ospiti che affermano di essere sani, ma non basta». A Maiorca alcuni pensano a rifiutare di ospitare i turisti inglesi, ma visti i numeri, 2,3 milioni nel 2016, l’esclusione costerebbe troppo cara. Tocca accettare i prossimi malati.

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