Avrà pensato a un segno premonitore Beppe Sala ieri quando, mentre stava tenendo un comizio al mercato di via Fauchè, un pannello montato alle sue spalle è caduto rischiando di travolgerlo. «Spero che Pierfrancesco non voglia rifare le primarie», ha detto all’assessore Majorino che gli era vicino. «Sono abituato agli attacchi dei giornali di destra, ma se ora ci si mettono anche i miei…». Una battuta scaramantica, uno scongiuro in vista della sentenza del Tar che doveva decidere della sua candidatura alle Comunali di giugno. Ore di apprensione,poi in serata il verdetto del Tribunale Amministrativo della Lombardia è arrivato e l’entourage di Mr Expo lo ha salutato come una buona notizia. Il ricorso presentato dal M5S per appurare «la presunta incandidabilità e ineleggibilità di Giuseppe Sala» è stato bocciato. Ma c’è poco da festeggiare.

La Terza Sezione del Tar, come racconta Libero oggi sul suo sito web, dichiarando «inammissibile» il ricorso dei Pentastellati ha rilevato infatti che «diversamente da quanto prospettato dai ricorrenti, si versa nel caso di specie e sotto un profilo astratto, in un’ipotesi di ineleggibilità e non di incandidabilità». In pratica Sala si può tranquillamente candidare ma qualora fosse eletto dovrà comunque passare sotto la lente del consiglio comunale che nella prima seduta e prima di deliberare su qualsiasi altra cosa deve esaminare la condizione degli eletti e dichiarare la loro eleggibilità. Non solo. Tutte le deliberazioni adottate in materia dal Consiglio comunale possono, puntualizzano i giudici amministrativi, essere impugnate da qualsiasi elettore o da chiunque altro vi abbia diretto interesse dinanzi all’autorità giudiziaria.

 


Le cause per cui Sala potrebbe non essere eleggibile sono state denunciate da Panorama venerdì scorso: le dimissioni di Mister Expo dal ruolo di commissario governativo non sarebbero state suggellate da un atto ufficiale del Consiglio dei ministri (la nomina di un sostituto o la cancellazione del ruolo), ovvero dal soggetto che lo aveva nominato tramite decreto. Il problema è che non sarebbe più possibile intervenire adesso con una pezza ex post. A tutto questo si aggiunge il fatto che Sala è anche membro del CdA della Cassa Depositi e Prestiti. «La sentenza del Tar è chiara», tuona il candidato sindaco del M5S, Gianluca Corrado spiegando che «le assurde leggi italiane permettono a Sala di candidarsi, ma immediatamente dopo di poter essere dichiarato ineleggibile, con la conseguente decadenza dalla carica di sindaco». «Milano non merita questo sfregio», continua Corrado, «non merita un candidato zoppo con una tegola sulla testa, che rischia di portare i milanesi a votare di nuovo». ««Lo avevamo spiegato una settimana fa», ha ricordato il candidato sindaco dei Radicali Marco Cappato, «e lo faremo valere all’indomani delle elezioni. Resta infatti intatto», continua Cappato, «il problema di un candidato Sindaco che è contemporaneamente Commissario unico di Expo, mai sostituito e membro del CdA della Cassa Depositi e Prestiti». «In caso di vittoria sarà una questione che affronteremo immediatamente in Aula», ha promesso Riccardo De Corato, capolista di Fdi.

«Parisi ha scelto di intraprendere un percorso differente lasciando da parte le polemiche e mostrando che Sala si può battere alle elezioni. Noi con la Lega siamo stati gli unici a sostenere che c’è incompatibilità. È evidente che questo fatto sarà oggetto di una discussione importante della coalizione di centrodestra che oggi è ricca di visioni differenti sulla questione». «Mi chiedo se i ricorrenti non abbiano sbagliato apposta lo sportello a cui rivolgersi per ottenere l’effetto opposto ovvero rafforzare la corsa di Sala», si chiede il leghista Roberto Calderoli convinto comunque che un qualunque elettore della città di Milano possa ricorrere fondatamente al giudice ordinario, prima del voto ma anche nei successivi cinque anni, e far decadere in qualunque momento Sala non certo da sindaco, visto che i milanesi non lo sceglieranno comunque come primo cittadino, ma da consigliere comunale di opposizione».

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