Non una sfida diretta con la magistratura, che potrebbe portare la Casa Bianca fino all’ultimo step giudiziario, quello della Corte suprema, ma piuttosto “un ordine esecutivo nuovo di zecca”, che faccia cadere il problema dello “stop” arrivato al bando imposto da Donald Trump all’ingresso negli Stati Uniti di migranti provenienti da sette Paesi a maggioranza islamica.

È lo stesso presidente a confermare alla stampa che lo segue a bordo dell’Air Force One l’ipotesi di un secondo decreto sullo stesso tema, che già potrebbe essere redatto e pubblicato lunerdì o martedì, per aggirare i problemi legati al “ban” originario, bloccato prima da un giudice di Seattle e poi dalla Corte d’appello del nono circuito.

“Stiamo attivamente considerando cambiamenti oppure altri ordini esecutivi che manterranno il nostro Paese sicuro dal terrorismo”, ha aggiunto un funzionario, che ha corroborato l’ipotesi avanzata da Trump mentre, scrive il Washington Post, negli Stati Uniti sono in corso centinaia di arresti di migranti privi di documenti in almeno sei Stati.

I funzionari parlando di raid contro noti criminali, retate in cui però sarebbero stati presi anche immigranti senza una storia criminale alle spalle e con il nuovo inquilino della Casa Bianca che ha giurato di deportare tre milioni di persone senza documenti dal Paese.

Molte le città al centro delle operazioni: Atlanta, Chicago, New York, l’area di Los Angeles, Nord e Sud Carolina, con gli attivisti per i diritti dei migranti che parlano di altri arresti tra Florida, Kansas, Texas e Virginia del Nord.

Secondo il Washington Post gli agenti dell’Immigration add Customs Enforcement (ICE) in una serie di “raid” in sei stati tra lunedì e venerdì hanno arrestato centinaia di clandestini. Le operazioni hanno riguardato abitazioni e luoghi di lavoro in città come Atlanta, Chicago, New York, l’area di Los Angeles e gli Stati del Nord e Sud Carolina. Secondo Gillan Christensen, portavoce ICE, non si tratta di retate, ma di “azioni mirate di routine” indirizzate verso soggetti che “costituiscono una minaccia per la sicurezza pubblica e violano le norme sull’immigrazione”. Gli immigrati senza permesso e documenti arrestati provengono da una dozzina di paesi dell’America latina.

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